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Semplice Numero 1 - Gennaio 2017
Il Sommario
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La Copertina
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Interventi.
Angelo Schillaci**
L'estratto dell'articolo
guida alla lettura della disciplina di attuazione della legge sulle unioni civili*
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Interventi.
Emmanuele Nannizzi
L'estratto dell'articolo
Ci stiamo avvicinando al decennio da quando è stata attribuita agli Ufficiali di anagrafe la competenza a rilasciare le attestazioni di soggiorno ai cittadini comunitari (D.lgs 06/02/2007, n. 30, entrato in vigore il 11/04/2007).
Come sappiamo, esistono due tipi di attestazione:
- l’attestazione di iscrizione anagrafica: viene rilasciata al momento in cui il cittadino comunitario presenta la dichiarazione di trasferimento di residenza in Italia con provenienza dall’estero (art. 9, comma 2, del D.lgs 30/2007 - d’ora in avanti: decreto 30), ed è valida finché l’interessato mantiene i requisiti per soggiornare in Italia, ossia non viene allontanato ai sensi degli artt. 20 e 21 del decreto 30;
- l’attestazione di soggiorno permanente (art. 16 del decreto 30): viene rilasciata al comunitario che ha soggiornato in Italia legalmente e in via continuativa per almeno cinque anni, ed è valida per sempre, a meno che l’interessato venga allontanato per motivi imperativi di pubblica sicurezza o per altri gravi motivi di ordine pubblico o di pubblica sicurezza (art. 20, comma 6 decreto 30).
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Interventi.
Marco Gattuso**
L'estratto dell'articolo
L’11 di febbraio è entrato in vigore il d.lgs. n. 5 del 19 gennaio 2017 con il quale il Governo dà attuazione alla delega contenuta nel comma 28 della Legge sull’unione civile in materia di stato civile.
Il decreto contiene due norme in materia di cognome che appaiono fortemente sospette di illegittimità costituzionale per eccesso di delega. Con la prima il legislatore delegato impone una sostanziale abrogazione del comma 10 della Legge. Con la seconda si prevede addirittura la cancellazione dei cognomi già scelti dalle parti in questi primi sette mesi di vigore della norma, con una procedura amministrativa de plano e senza contraddittorio.
A queste mele avvelenate del decreto governativo è dedicato questo breve studio.
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Attualità.
Silvia Marino*
L'estratto dell'articolo
La sentenza Pajić c. Croazia della Corte europea dei diritti umani pone un nuovo tassello nella ricostruzione della nozione di vita familiare ai sensi dell’art. 8 Cedu [1]. Il presente contributo si propone di fornire qualche riflessione sull’evoluzione della portata di questo diritto nell’interpretazione della Corte europea dei diritti umani, e su talune possibili conseguenze nell’ambito dell’ordinamento italiano.
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Giurisprudenza.
Mauro Parducci
L'estratto dell'articolo
La corte di Cassazione con la sentenza del 17 gennaio 2017, n. 969, ha riconosciuto il diritto all’acquisto della cittadinanza di una cittadina straniera anche se, durante l’iter del procedimento per l’acquisto, la donna respinto il ricorso del ministero dell'interno contro una donna tunisina, precisando che il diritto si era separata di fatto dal marito italiano. Secondo il Ministero dell’Interno tale diritto non poteva essere riconosciuto in quanto la separazione di fatto costituirebbe una condizione d'ostacolo alla concessione della cittadinanza italiana.
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Bastiancontrario.
Bastiancontrario
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L'estratto dell'articolo
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